Il premier Giuseppe Conte teme Matteo Renzi, una mina vagante nel governo giallorosso che potrebbe cambiare gli equilibri della politica.
Giuseppe Conte teme Matteo Renzi. E già il nome di battesimo non deve suscitare pensieri propriamente positivi nella testa del premier, trasformatosi in meno di un anno da garante e mediatore in leader politico. Pur senza partito.
Conte, da mediatore a leader politico
Il fu Avvocato si è preso sulle spalle il peso della trattativa tra Pd e Movimento 5 Stelle per la formazione del nuovo governo, è stato il primo a scaricare Matteo Salvini cambiando tutte le carte in tavola.
Conte ha voluto questo governo giallorosso più di Zingaretti e Di Maio (messi insieme) e ha cavalcato l’onda di Grillo per convincere i Cinque Stelle e quella dei Renziani per vincere le resistenze dei dem.
E ora Giuseppe Conte teme Matteo Renzi
Al momento il presidente del Consiglio ha vinto la battaglia contro Matteo Salvini, relegato all’opposizione, ma sa che nel suo governo gira una mina vagante, un altro Matteo, Renzi. L’ex numero uno del Partito democratico si è rinforzato in questa crisi di governo, ha guadagnato terreno e soprattutto tempo.
La sensazione è che l’ex premier voglia riorganizzarsi per un colpo di mano. Si tratta di un’indiscrezione che gira da tempo, da prima della folle crisi di governo. A Renzi starebbe stretto il ruolo nel Partito democratico, che al momento si poggia proprio su colonne renziane. Un passo indietro potrebbe portare il governo in minoranza facendo capitolare in maniera poco dignitosa anche il neo Segretario Nicola Zingaretti.
Giuseppe Conte sa bene che, suo malgrado, l’esecutivo giallorosso dipende anche da fattori e personaggi esterni, Il ritorno in auge di Renzi non stupirebbe e non può non essere preso in considerazione. Il presidente del Consiglio vuole disinnescarlo e isolarlo. Ma la missione non è semplice.